CONTE: «OCCHI APERTI»


Fiorentina e Real Madrid. Due partite che nel giro di pochi giorni potranno dire parecchio sulla stagione della Juventus. E proprio perché si tratta di sfide delicate, Conte chiede ai suoi di concentrarsi esclusivamente sulla gara contro i viola: «Meglio una partita del genere che una contro una squadra di seconda fascia - spiega il tecnico - che magari potrebbe a sottovalutare il match e a pensare già a quello di Champions. Oggi per me il Real non ha importanza. La partita della vita adesso è quella contro la Fiorentina. Solo dopo il 90’ inizieremo a pensare alla gara con gli spagnoli».
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19/10/2013 -

Fiorentina e Real Madrid. Due partite che nel giro di pochi giorni potranno dire parecchio sulla stagione della Juventus. E proprio perché si tratta di sfide delicate, Conte chiede ai suoi di concentrarsi esclusivamente sulla gara contro i viola: «Meglio una partita del genere che una contro una squadra di seconda fascia - spiega il tecnico - che magari potrebbe a sottovalutare il match e a pensare già a quello di Champions. Oggi per me il Real non ha importanza. La partita della vita adesso è quella contro la Fiorentina. Solo dopo il 90’ inizieremo a pensare alla gara con gli spagnoli».

La sfida del Franchi è ancor più importante dopo il risultato di Roma-Napoli, con i giallorossi che hanno centrato l’ottava vittoria consecutiva, allungando in classifica: «Se continuano di questo passo frantumeranno ogni record e dovremo solo applaudire. Per noi dev’essere uno stimolo a vere qualcuno davanti e la partita di ieri servirà a farci tenere le antenne dritte. E’ un bene che stia accadendo questo, perché se c’era qualcuno nel nostro ambiente che pensava che sarebbe stato semplice, ora starà aprendo gli occhi. Dovremo superarci per fare qualcosa di straordinario per il terzo anno consecutivo, ma se saremo tutti consci delle difficoltà le nostre possibilità aumenteranno. E per tutti intendo tutti: dal magazziniere ai tifosi, dallo staff tecnico, alla società a chi cura il campo».

La fuga della Roma mette pressione a tutte le inseguitrici, Fiorentina compresa: «E’ stata costruita per migliorare il quarto posto dell’anno scorso, ci sono stati investimenti importanti e si devono fare i complimenti alla società e a Montella. Sarà più difficile anche per loro perché non sono più una sorpresa».

Al Franchi la Juve troverà un ambiente come sempre caldissimo, con una novità in più: la totale assenza di barriere tra campo e tribune. «Se dovessi preoccuparmi smetterei oggi stesso di fare l’allenatore. C’è la polizia? Ma tanto siamo in Italia, non ci meravigliamo di nulla. Il calcio lo viviamo così, non come in Inghilterra, Spagna o Germania, dove si va allo stadio, si tifa per la propria strada e poi, si vinca o si perda, si torna a casa sereni. Qui sembra di andare in guerra ogni volta ed è uno schifo. Penso che abbiano fatto bene a togliere le barriere. I fiorentini sono educati e civili, un esempio per l’Italia e lo saranno anche domani».

Domenica Conte dovrà gestire assenze importanti, soprattuto in attacco: «E’ una situazione che va affrontata con serenità: gli infortuni fanno parte della stagione e vanno messi in preventivo quando si prepara la rosa. Abbiamo cinque attaccanti e il momentaneo stop di Vucinic e Quagliarella darà più spazio agli altri tre. Ho piena fiducia, in Tevez, Giovinco e Llorente, che sta facendo grandi progressi. Fernando ha vissuto un anno da turista a Bilbao. Ha giocato pochissimo ed era inviso all’ambiente, quindi anche dal punto di vista psicologico non è stato semplice per lui. E’ un ragazzo pulito e sensibile e credo che l’anno scorso abbia inciso molto. Si è calato in un nuovo calcio, dove i difensori sono meno gentili e si sta ambientando, da un punto di vista tecnico, tattico e fisico. Sta crescendo, spero di portarlo ai migliori livelli insieme alla squadra e chissà che anche il ct spagnolo non possa ripensare a lui».

La Juve insomma ha gli uomini giusti per sopperire alle assenze e non è necessario nessun cambio di modulo: «In questi due anni e tre mesi credo di aver dimostrato elasticità adattando le mie idee di calcio ai calciatori. Ero partito con il 4-2-4, sono passato al 4-3-3 e ho trovato l’abito giusto con il 3-5-2. Ci siamo arrivati per gradi. Rispetto allo scorso anno abbiamo un solo giocatore nuovo tra i titolari, Tevez. Tra lo scrivere e il pensare c’è il fare e io devo lavorare con le caratteristiche di giocatori che in questi due anni hanno vinto e convinto. Non devo accontentare i giornali, ma fare il bene della Juventus. Poi chissà, magari tra qualche mese schiererò un 1-10... tutti in attacco... Il nostro modulo è di moda in Italia? Bisogna distinguere: il 3-5-2 può diventare offensivo con gli esterni alti, o difensivo se li tieni bassi. In Italia non sono in tanti a giocare come noi. Attacchi con cinque, a volte sei uomini e per adesso ci ha dato risultati importanti. Nella fase offensiva ci offre tante soluzioni, in difesa forse ci fa abbassare troppo, ma stiamo lavorando per modificare questo aspetto».

Su Vidal infine, rientrato ieri dal Cile, Conte spiega di non aver ancora parlato con il giocatore: «E’ giusto che chieda ad Arturo perché si è presentato con un giorno di ritardo saltando due allenamenti. Ci sono delle regole e quando avrò le idee abbastanza chiare le faremo rispettare, per il bene di tutti».